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Altopiano da vivere
Sovramonte
Natura-tranquillità-tradizioni -
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Aune
Il villaggio è sorto lungo un antico asse viario potenziato dai romani, probabile tracciato della via militare Claudia Augusta Altinate. Il toponimo ne indica chiaramente l’origine: Aune deriva infatti dal latino Alnus che, più che per olmo, sta qui per Ontano, albero presente nella sovrastante Val Masiera, un tempo rinomata per le cave del pregiato calcare violaceo delle Vette utilizzato fino al XIX secolo.
Proprio allo sbocco di questa via preferenziale per i pascoli dell’alpeggio si trova il paese che da sempre è legato al sottostante Salzen. A metà distanza tra i due abitati fu costruita, tra il XII ed il XIII Secolo lungo la strada romana, la chiesa, di carattere quasi cimiteriale per la posizione. Ha di fronte il Col delle Sèlge, o Collomp, luogo di antichissima frequentazione umana (castelliere neolitico) e sito di un fortilizio medievale demolito nel XV secolo.
L’economia locale si è da sempre retta sulla pastorizia: la presenza delle caratteristiche stalle a cuba (volta) che si trovano al piano terra degli edifici e i numerosi insediamenti temporanei del prealpeggio nel Vallòn e in Val d’Orza ne sono significativa testimonianza. A questi si aggiunge la scelta come compatrono di San Lorenzo, invocato sui pascoli estivi durante le misteriose piogge di stelle cadenti. Molto apprezzati in tutto il Feltrino erano anche gli scalpellini locali, o tagliapietre, forti di una tradizione secolare.
Anche ad Aune, al pari dei villaggi vicini, si strutturò in epoca medievale la Regola, forma di auto-governo presente già nel Trecento ma qui documentata a partire dal 1549. Nelle assemblee periodiche i capifamiglia si riunivano nella piazza (oggi 11 Agosto 1944), sotto l’affresco cinquecentesco della Madonna con Bambino, oggi purtroppo scomparso.
Religiosamente dipendente dalla Pieve di Servo, nel 1752 Aune divenne Curazia con la presenza stabile di un sacerdote e la costruzione della prima canonica.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, di fronte alla facciata della chiesa fu costruito il monumento ai caduti in combattimento, in porfido rosso. Inaugurato nel 1922, è stato restaurato nel 1993.
Il periodo che ha maggiormente segnato la storia dell’abitato è stato sicuramente quello della Se-conda Guerra Mondiale. Dopo l’8 settembre 1943 divenne infatti luogo di passaggio per molti sol-dati che tornavano a casa e ben presto punto d’appoggio principale per le formazioni di resistenza partigiana che presidiavano le Vette. Il tacito contributo dato ai ribelli dalla popolazione condusse a quella tragica mattina dell’11 agosto 1944, quando un distaccamento delle SS alle 8 diede fuoco al paese distruggendo oltre 150 abitazioni. Si salvarono solo il Palazzo Schio, perché isolato, e le scuole nuove.
La ricostruzione, favorita in parte dall'erogazione di fondi pubblici, fu veloce, ma costrinse comunque molti giovani ad emigrare. Nel secondo dopoguerra Aune, potendo contare su di un elevato numero di seconde case ed abitazioni in affitto, si è affermata come stazione di soggiorno estivo.
Il paese, diviso dall'Ausor, è strutturato lungo la strada che da Croce d'Aune scende verso Servo, via principale per il Primiero fino al XIX Sec. I fronti principali, con i tipici poggioli in legno, sono rivolti a sud per godere della maggiore insolazione.
Gli edifici più antichi, fino all'Ottocento coperti con scandole in legno, si trovano nella contrada centrale Meneghele, dove le vie si diramano a raggiera dalla bella fontana in pietra. Qui due abitazioni, sopravvissute al tempo, sono datate 1612 e 1796. Quella seicentesca ha piccole finestre quadrate chiuse da inferriate e cornici lapidee sagomate nella pietra locale.
L’attuale ponte in muratura, recentemente ampliato, risale al 1887, in sostituzione di uno precedente in legno.
In contrada Barèn, sopra una cisterna per l’acqua, si trova l’Oratorio di S. Maria della Neve, costruito nel 1891, e restaurato nel 1946 in seguito all'incendio del paese. Ha un altare in legno sormontato da una statua della Madonna.
Tra le varie località che compongono il territorio è da ricordare Orza, il cui piano prativo era un tempo coltivato a cereali tra cui, per l’appunto, l’orzo, con le sue due stalle a gradoni datate 1779 e 1826. Il Confin, lungo il crinale che scende dal Col di S. Piero, costituiva il limite amministrativo con la Regola di Servo.